Piero FRESCOBALDI
Avrò avuto sette o otto anni e Piero – bello, elegante, gentile e sorridente – mi prese sulle ginocchia tra le rimostranze dei miei genitori ” Andrea, non dare fastidio. Vai a giocare per conto tuo”.
Ma Piero insistette a tenermi in collo e, nel frattempo, cominciò a disegnare su un foglio, con tratti sicuri, autovetture e scooter che mi sembrarono veri. Una Lambretta (del ’47) mi lasciò a bocca aperta perché era davvero identica a quelle che attiravano la mia attenzione per strada.
Ho incontrato ancora Piero e sempre si è ricreata quella situazione di muta “adorazione” che provavo per lui, per i sui successi sportivi, per la sua carriera automobilistica sempre più rappresentata sulle riviste di automobilismo che già all’epoca “divoravo”.
Fu un grande dolore la sua scomparsa così come un grande rammarico – ancora oggi a distanza di quasi 60 anni – non aver più ritrovato quei disegni che, più di tutto, me lo hanno reso immortale.
Andrea Zavagli
Piero Frescobaldi